Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno V/n. 068 (1319)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

L’esercito israeliano ha compiuto ieri a Gaza 10 stragi, con 82 uccisi e 123 feriti. Un palazzo di 12 piani è stato distrutto a Rafah in quattro bombardamenti aerei israeliani consecutivi, nell’arco di poche ore.

I maggiori bombardamenti si sono concentrati su Khan Younis e Rafah, che l’esercito di Tel Aviv minaccia di invadere con le truppe di terra, buttando a mare o deportando in Egitto quasi due milioni di palestinesi sfollati nei mesi scorsi dal nord della Striscia.  

Esecuzioni extragiudiziali

Al-Jazeera ha pubblicato il nome dell’anziano torturato e ucciso dai soldati israeliani nella sua casa a Gaza città, lo scorso novembre. Si trattava di una persona sordomuta, Ata Ibrahim Muqaied, 73 anni. La sua esecuzione è stata scoperta dalle immagini video postate dai soldati israeliani sui social, vantandosi delle loro bravate. Nel video, il soldato assassino descrive agli altri commilitoni, ridendo, che l’uomo sorpreso nella camera da letto non parlava ma faceva segni di non sparare. Le immagini documentano anche che altri soldati avevano sparato sul corpo esanime dell’uomo. I dati della videocamera segnano il 6 novembre 2023, alle tre del pomeriggio. Un’inchiesta di Al-Jazera ha scoperto che nello stesso periodo, nel quartiere ad ovest di Gaza città, sono state compiute altre 50 esecuzioni extragiudiziali. I testimoni superstiti hanno raccontato che i soldati avevano trasformato la zona nel loro quartier generale ed avevano compiuto rastrellamenti in tutte le case, una ad una, ed ucciso chiunque si trovasse dentro o tentasse di fuggire. “Ho visto dal mio nascondiglio gente uccisa per strada, mentre correva con il fazzoletto bianco alzato in segno di resa”, ha raccontato un uomo. “Nessuno era armato. Erano tutti uomini, donne e bambini civili. I loro corpi sono rimasti per le strade e nelle case fino al giorno del ritiro delle truppe. Li abbiamo sepolti mentre erano in avanzato stato di putrefazione”. Qualche benpensante si offende quando si descrivono queste azioni, ricordando le scorribande dei nazisti, durante la seconda guerra mondiale, nei territori da loro occupati.

Uccidere per fame

Un altro elenco di 23 persone morte per fame nel nord di Gaza. Tra di loro una bambina orfana di due mesi ricoverata nella struttura dell’ex ospedale Kamal Adwan, oramai da tempo senza cibo, acqua e medicinali.

Il sindaco di Jebalia ha denunciato che alcuni pacchi di aiuti, lanciati dagli aerei, sono caduti senza l’apertura del paracadute ed hanno colpito le persone che attendevano di raccoglierli. Due donne versano in gravi condizioni.

Il ministero della sanità palestinese ha annunciato la morte per fame di tre bambini nell’ospedale Shifa, a Gaza città. Nella struttura manca elettricità, acqua potabile e latte per bambini. I criminali generali di Tel Aviv vietano con le armi l’ingresso delle forniture alimentari e sanitarie.  

Prigionieri

Brigate Qassam hanno annunciato, in un comunicato letto dal portavoce Abu Obeida, che altri 4 prigionieri nelle loro mani sono stati uccisi sotto i bombardamenti dell’esercito israeliano. Sono state pubblicate anche le loro foto, nomi ed età. Erano tutti ex militari. “Uno di loro è un amico di Netanyahu, secondo quanto aveva raccontato durante gli interrogatori”, ha affermato il portavoce. Il primo marzo è stato pubblicato l’elenco di altri tre ex militari israeliani uccisi dai bombardamenti dell’esercito su Gaza.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

I rastrellamenti sono all’ordine del giorno in tutte le città e villaggi palestinesi della Cisgiordania. I più duri, ieri, sono stati a Qalqilia con un ferimento grave tra i giovani che hanno contrastato, con il lancio di pietre, l’avanzata dei soldati.

Un nodo centrale in questa sfida del governo Netanyahu è il periodo del mese del digiuno islamico del Ramadan. Le restrizioni sull’ingresso dei fedeli alle moschee di Al-Aqsa a Gerusalemme, volute dall’ala estremista del governo, sono una sfida a tutto il mondo islamico e potrebbero provocare scontri con i fedeli, come negli anni passati. Le regole imposte dal ministro Bin Gvir sono state allentate dal premier, ma tuttora non è garantita la libertà di culto ai musulmani di Gerusalemme.

Per scatenare una guerra di religione, atta ad oscurare la lotta di liberazione nazionale dei palestinesi, i coloni estremisti del sionismo religioso hanno profanato un cimitero islamico, distruggendo le tombe storiche risalenti a centinaia di anni, prima della nascita di Israele.

Israele

Arresti tra i manifestanti a Gerusalemme e Tel Aviv, ieri. La polizia ha caricato i presidi di protesta che rivendicavano una trattativa per riportare gli ostaggi a casa e le dimissioni del governo Netanyahu.

Libano

Sono continuati furiosi ieri i bombardamenti reciproci sulla linea di demarcazione libano-israeliana. L’aeronautica di Tel Aviv ha colpito su tutta la linea de fronte, lanciando missili contro case e fattorie agricole, in particolare contro la cittadina di Marjayoun. I combattenti di Hezbollah hanno risposto col lancio di missili su colonie e postazioni militari nel nord di Israele e nei territori libanesi e siriani occupati dal 1967.

Un drone israeliano è stato costretto a cambiare missione e tornare alla base, per il lancio di missili telecomandati da parte di Hezbollah.

Le truppe internazionali dell’Unifil sono state prese di mira da un bombardamento dell’artiglieria israeliana, nei pressi del villaggio di Aita Shaab. È stato distrutto un veicolo militare, ma senza causare vittime.

La stampa libanese parla di 1000 case distrutte dai bombardamenti israeliani dallo scorso ottobre e altre 10 mila danneggiate. Oltre ai boschi e terreni agricoli bruciati con le bombe incendiarie al fosforo bianco.

Yemen

Il portavoce del movimento Houthi ha annunciato che sono state prese di mira ieri una nave commerciale ed una nave di guerra statunitensi, nel golfo di Aden. Sarebbero stati lanciati 37 droni. Il Centcom e il ministero della difesa francese sostengono di aver distrutto una trentina di droni yemeniti, prima di raggiungere gli obiettivi. La crisi della navigazione nel mar Rosso non sembra di attenuarsi e i comandi militari di Washington, Londra e Parigi si trovano invischiati in uno scontro senza vie d’uscita. Il costo delle operazioni militari è oneroso ed economicamente non conveniente: i droni yemeniti hanno un costo di qualche centinaio di dollari e per abbatterli si usano missili del costo di milioni di dollari. Nessuna soluzione negoziale sembra praticabile e l’unico modo per limitare i danni sarebbe quello di costringe Israele a cessare il fuoco a Gaza, ma questo non rientra dei piani politici dei complici del genocidio in atto.

Solidarietà Internazionale

Grande manifestazione nazionale a Roma ieri con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Bandiere della Pace, della Palestina, della CGIL, ARCI, di Rifondazione Comunista e di centinaia di altre associazioni aderenti. “No al genocidio”, “cessate il fuoco subito!”, “Free Palestine”. Sono gli slogan e gli striscioni più significativi.

Vedi le foto di Domenico Maggio e una registrazione video della diretta: QUI

Altre manifestazioni si sono tenute a Parigi, Copenhagen e Londra. A New York la polizia ha disperso con violenza una manifestazione pro Palestina, inseguendo gli attivisti nelle stazioni della metropolitana. 20 arresti.

Abbiamo recuperato un video di una manifestazione tenuta ad Austin, in Texas, lo scorso 11 dicembre. eccolo.

Il ministro degli esteri spagnolo ha annunciato che proporrà al parlamento di votare il riconoscimento dello stato di Palestina.

Siria

Dopo l’artiglierai turca, è il turno dei jihadisti dell’Isis a scagliarsi contro la regione autonoma del nord est della Siria a guida curda. Due attacchi sono stati compiuti ieri nella provincia di Deir Azzour. Nel primo è stato preso di mira un funzionario dell’amministrazione autonoma. Due uomini armati, su una moto di grossa cilindrata, hanno mitragliato l’ingresso della sua casa. Per fortuna non ci sono state vittime ma solo feriti. Nell’altro agguato invece è morto un combattente della polizia autonoma. I terroristi di Daiesh avevano piazzato una mina sotto la strada dove passano le ronde di ispezione. L’esplosione è stata sentita in tutta la città di Gharanij. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, questo è il 55esimo attacco jihadista contro la regione autonoma dall’inizio dell’anno.    

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il papa chiede un negoziato per mettere la fine alla guerra in Ucraina. Zelensky da Erdogan. Ankara disponibile ad ospitare trattative russo ucraine a livello di vertice. Mosca annuncia l’uccisione, vicino ad Avdiivka, del neonazista francese, Cesar Ozharom, mercenario che combatteva con le truppe ucraine. “Ci sarebbero informazioni confermate sulle sue connessioni con i servizi segreti di Parigi”, scrive la Tass.

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