Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 070 (1321)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Sono state compiute a Gaza, ieri, 7 stragi di civili, con 67 uccisi e 106 feriti. Una carneficina continuata anche la notte.

Guterres ha rinnovato il suo appello per un cessate il fuoco durante il mese del digiuno islamico, Ramadan. Il ministero degli esteri cinese è stato più esplicito chiedendo la fine dell’assassinio dei civili palestinesi. “La comunità internazionale deve muoversi immediatamente per mettere fine a questa carneficina; è una vergogna del mondo”. Biden invece continua a benedire l’uccisione dei palestinesi, fornendo a Israele le armi per la sua campagna militare e blatera sulla necessità di garanzie per la protezione della popolazione civile prima dell’avanzata di terra israeliana su Rafah.

Uccidere per fame

È emergenza carestia nel nord della Striscia di Gaza. Gli aiuti lanciati dal cielo, oltre ad essere insufficienti, hanno causato la morte di 5 persone. I paracaduti non si sono aperti e i pacchi hanno colpito coloro che li attendevano sulle aree aperte di Jebalia.

Altri 3 bambini neonati sono morti in ospedale per mancanza di latte. Nove civili, che aspettavano l’arrivo degli aiuti alla rotonda “Kuwait” di Gaza città, sono stati uccisi dalle pallottole dei soldati israeliani.

La fame minaccia la vita degli stessi medici ed infermieri negli ospedali, oltre a quella dei malati e della popolazione.

Lazzarini, commissario dell’UNRWA, ha denunciato che un camion di medicinali e materiale sanitario di consumo è stato respinto e fatto tornare a Rafah, malgrado che contenga materiale salvavita, per malati cronici.  

Il dramma della fame è adesso. “La situazione è catastrofica” sostengono i funzionari dell’ONU, ma le cancellerie internazionali blaterano sugli aiuti da paracadutare o far arrivare via mare. “La strada maestra è quella di un cessate il fuoco per alcune ore e permettere l’ingresso degli aiuti con i camion da Rafah”, ha detto il commissario dell’UNRWA. L’esercito israeliano però non lo permette, perché sta usando la fame della popolazione come arma da guerra.

Il porto di Biden

Si avanzano dei dubbi anche sulla proposta di Biden di costruire una piattaforma temporanea, come porto a Khan Younis, per collegamenti marittimi con Cipro. Il premier israeliano Netanyahu sostiene che l’idea è sua.

Visto che ci vorranno almeno due mesi per completare l’opera, servirà soprattutto all’esercito israeliano per deportare i palestinesi, verso alcuni paesi africani via paesi UE. Il piano è approvato dai vertici di Bruxelles a condizione che le destinazioni finali siano paesi africani consenzienti. Israele sta acquistando un piccolo porto a Larnaca e la scorsa settimana la Von der Leyen ha visitato le strutture del porto di Larnaca, ufficialmente per aprire una via marittima di consegna degli aiuti a Gaza, in alternativa a quella terrestre egiziana. In linea con gli intenti e gli intrighi di Tel Aviv.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

Un giovane palestinesi è stato assassinato ieri sera dai soldati israeliani a sud di Jenin.  Secondo il comunicato dell’esercito di occupazione “stava pianificando di compiere un attacco contro un posto di blocco”. Nella notte, le truppe di Tel Aviv hanno invaso Jenin.

Nella notte le forze di occupazione hanno invaso anche altre diverse città e campi profughi palestinesi: Nour Shams, vicino a Nablus, è stato occupato militarmente per oltre 12 ore. Sono stati compiuti degli arresti e, nella loro ritirata, i soldati hanno usato i bulldozer per distruggere le infrastrutture urbane, dall’asfalto delle strade alle fognature, acquedotto e rete elettrica. Una punizione collettiva contro la popolazione tutta, solo perché palestinese. Lo stesso è avvenuto a Balata, Qalqilia, Nablus, Betlemme, El-Khalil e nelle province di Ramallah e El-Bira.

Libano

Un’altra giornata campale di bombardamenti aerei e lanci di missili a ridosso della linea di demarcazione israelo-libanese. I caccia israeliani si sono inoltrati nello spazio aereo libanese per oltre 100 km, colpendo la regione orientale Valle del Biqaa. È stata centrata una casa della storica città di Baalbek, a pochi km dal teatro romano. Ci sono state decine di vittime, tutte civili, secondo la stampa di Beirut. I combattenti di Hezbollah hanno risposto lanciando una trentina di razzi contro la base militare di Meron e altre colonie ebraiche, in territorio libanese e siriano occupato da Israele dal 1967.

Yemen

Tredici raids contro il territorio yemenita sono stati sferrati ieri da aerei e missili anglo-statunitensi. In un comunicato degli Houthi si sostiene che tra le vittime vi sono decine di civili, perché le bombe sono cadute su zone residenziali. Il governo yemenita rivale, con sede ad Aden, sostiene che vi sono stati 11 uccisi civili e altre decine di feriti. Nella giornata di ieri sono due le navi commerciali prese di mira dai droni e missili degli Houthi. In tutt’e due gli attacchi, le navi non hanno subito danni.

Nella zona del golfo di Aden si sta assistendo ad una sfida molto più ampia. Per contrastare l’ostentare i muscoli da parte di USA, GB e UE, anche Cina, Russia ed Iran stanno rimarcando l’importanza della regione per i loro interessi economici e strategici. Cominciano oggi nel mare Arabico le manovre navali denominate “Cintura di sicurezza marittima 2024”. Alle manovre partecipano come paesi osservatori anche India, Pakistan, Sud Africa, Kazakhistan, Azerbijan e Oman.

Migranti

Emergency ha comunicato che 52 persone soccorse ieri dalla barca Life Support. Si trovavano in difficoltà su una barca di legno di 10 metri partita di notte da Zwara, Libia. “Nessuna delle persone aveva un giubbotto di salvataggio”, racconta il comandante descrivendo le condizioni in cui viaggiavano i naufraghi prima dell’intervento. “Tra loro ci sono anche una donna e un minore non accompagnato”. Domenico Pugliese, il comandante di Life Support ha informato che la barca si è diretta verso il punto indicato da Alarm Phone e ha salvato le 52 persone trasportandole verso il porto di Catania, indicato dalle autorità marittime italiane.

Cultura

Gli Oscar sono stati contaminati con la solidarietà con la Palestina. Molti degli artisti hanno messo in bella vista la spilla rossa, con la mano e il cuore, per dire cessate il fuoco. La spilla è stata realizzata da “artsts 4 ceasefire”, un gruppo di oltre 400 artisti e sostenitori che vogliono la fine immediata dell’aggressione israeliana sulla popolazione di Gaza. (QUI, per leggere le 400 firme e il testo integrale della lettera al presidente USA BIden).

Tra gli artisti della cerimonia degli Oscar spiccano i nomi di Billie Eilish, Ramy Youssef, Mahershala Ali e Mark Ruffalo. Quest’ultimo è stato anche protagonista di un appassionato discorso sul red carpet. Mentre si trovava davanti ai fotografi, l’attore si è espresso a favore della protesta pro Palestina che aveva ingolfato il traffico di Hollywood. In migliaia avevano marciato per le strade, ritardando la cerimonia. “Sono in ritardo, la protesta palestinese ha fermato gli Oscar stasera. L’umanità vince!”.

Il regista britannico di origine ebraica, Jonathan Glazer, il cui film «La zona d’interesse», incentrato sulla Shoa, ha vinto il premio per il miglior film internazionale, si è concentrato sulla guerra di aggressione a Gaza nel suo discorso di accettazione. Ha detto di rifiutare che «l’ebraismo e l’Olocausto siano scippati e strumentalizzati da un’occupazione che ha portato il conflitto per così tante persone innocenti. Di fronte alla disumanità come resistiamo? Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e confrontarci con il presente, non per dire ‘Guardate cosa hanno fatto allora’, piuttosto ‘Cosa stiamo facendo adesso’».

L’attore statunitense di origine egiziana, Ramy Youssef, presente alla premiazione per il suo ruolo in Povere Creature, si è pronunciato sulla questione: «Tutti noi indossiamo queste spille per chiedere il cessate il fuoco a Gaza», ha precisato Youssef in un’intervista sul red carpet, «Stiamo chiedendo un immediato e permanente cessate il fuoco a Gaza, fine degli assassinii dei bambini e pace e giustizia per il popolo palestinese».

Ramadan

Il mese del digiuno islamico è iniziato ieri nella maggior parte dei paesi islamici. In altri inizia oggi. Questa perenne discordia è una questione di organizzazione del calendario e un’interpretazione teologica letterale. Ramadan è il nono mese del calendario arabo-islamico. È un calendario lunare costituito da 12 mesi, di 29 o 30 giorni ciascuno, per un totale di 354 o 355 giorni, più corto di 11 giorni dell’anno solare. I mesi del calendario islamico non coincidono con il ciclo delle stagioni.

L’inizio del mese di Ramadan si fissa seguendo le indicazioni di una tradizione che interpreta letteralmente un detto del profeta Mohammed, di oltre 1400 anni fa: “Digiunate alla vista del novilunio”. Malgrado lo sviluppo dell’astronomia islamica e il calcolo matematico dei moti dei pianeti e delle stelle, con previsioni azzeccatissime, il mondo islamico segue alla lettera quella frase. Di conseguenza, la confusione sotto il cielo è alle stelle.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 17 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Polonia afferma la presenza di truppe NATO in Ucraina. Lo avrebbe comunicato il ministro degli esteri di Varsavia durante una cerimonia per commemorare i 25 anni di ingresso nell’alleanza atlantica.

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