Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno V/n. 072 (1323)

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Appello 1

Tutti i giorni arrivano nuove adesioni all’appello che abbiamo lanciato ad ottobre per un cessate il fuoco permanente e per il rilascio dei prigionieri civili.

Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Appello 2

Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Le notizie

Genocidio a Gaza

Bombardamenti da cielo, mare e terra. Colpito un deposito dell’Unrwa a Rafah, dove sono stati uccisi 5 persone. Le forze speciali israeliane hanno assassinato in un agguato due agenti della polizia locale di Rafah. L’intento è quello di ostacolare la distribuzione organizzata degli aiuti internazionali e creare il caos, come avviene nel nord della Striscia.

I bombardamenti indiscriminati hanno causato 10 stragi, provocando la morte di 88 persone e il ferimento di altre 135.

Uccidere per fame

Di nuovo bloccate le forniture di aiuti internazionali al nord della Striscia. Le forze di occupazione hanno sparato contro i civili che stavano attendendo l’arrivo degli aiuti. 9 assassinati e 83 feriti.

Un gruppo di parlamentari europei hanno accusato Israele di provocare la fame tra la popolazione di Gaza come atto di guerra. “è un crimine condannato dalle norme internazionali”. Anche il rappresentante della politica estera Borrell ha chiarito che le vie alternative, aerea e marittima, non sono sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione e che è necessario il passaggio degli aiuti via terra. Il governo e l’esercito israeliani non sentono da questo orecchio e continuano la loro opera di sterminio di massa.  

Nell’ospedale Shifà sono stati registrati oggi altri 9 casi di morte di bambini neonati a causa della mancanza di latte.

Torture contro un disabile

Ezzeddine Albana era abitante di Gaza, 40 anni, soffriva di una disabilità permanente nelle arti inferiori e si muoveva su una carrozzella. Ha penato non poco per gli sfollamenti su e giù per la Striscia, sorretto dal cugino Mohammed. Alla fine di novembre, è stato assediato dai soldati israeliani in una casa dove avevano trovato rifugio lui, suo cugino e una trentina di altre persone. All’alba del terzo giorno di assedio, le truppe hanno compiuto un’incursione nella casa, con bombe a mano e raffiche di mitra malgrado che all’interno della casa non c’era nessuna persona armata. Mohammed racconta che una volta i soldati hanno preso possesso della casa, hanno identificato e interrogato le persone, poi hanno ordinato ai superstiti di evacuare la casa. È stato impedito a Ezzedine di usare la carrozzella ed è stato caricato da suo cugino ed un altro uomo del gruppo fino al piano terra, dove c’era il comandante israeliano. Al cugino è stato ordinato di sfollare verso sud e di non voltarsi indietro, altrimenti i cecchini lo avrebbero ucciso. Prima di andarsene aveva notato come Ezzedine veniva trascinato per terra in malo modo. Non si sono avute più notizie di lui fino al ritorno di alcuni prigionieri di Gaza liberati dall’esercito israeliano. Hanno raccontato del duro trattamento che aveva subito Ezzedine nel carcere di Ramla, in Israele. Privato dalla sua carrozzella e torturato, veniva trascinato a gambe nude sul selciato, picchiato, privato del cibo e dell’acqua e soprattutto gli è stato impedito ogni trattamento medico per le ferite che stavano infettandosi e incancrenendo. Alla fine di febbraio è morto in carcere. Il grido “Mai più!” non abita in Israele.   

Il porto di Biden

Truppe speciali USA sono arrivate alla spiaggia di Khan Younes. Una nave militare ha scaricato il materiale per la costruzione del porto provvisorio, che consentirà il collegamento con quello di Larnaca, a Cipro. Secondo stime ottimistiche, ci vorranno due mesi per concludere i lavori. È chiaro che non è stato costruito con l’intento di fornire aiuti d’emergenza alla popolazione, ma per aprire un canale di viaggio sotto il controllo israeliano e che esclude il controllo egiziano. Un piano di deportazione silenziosa.

Fatah-Hamas

Il governo di Ramallah non ha smentito le rivelazioni della stampa israeliana sull’incontro tra il capo dei servizi palestinesi Maged Faraj e il consigliere per la sicurezza del governo Netanyahu, Tzachi Haneghbi. Un comunicato del ministero degli esteri del governo per gli affari correnti rivendica che è compito dell’ANP la gestione degli aiuti internazionali con l’UNRWA e le altre agenzie, tramite la Mezzaluna rossa. Il comunicato sostiene che l’ANP è l’unico rappresentante legittimo del popolo palestinese, confondendo l’OLP con il governo nato dagli accordi di Oslo, oramai cancellati dalle pratiche guerrafondaie di Tel Aviv. La frase, tradotta dal politichese, significa la disponibilità ad aprire un conflitto inter palestinese tra Fatah e Hamas. Sarebbe una grave deriva.

In un incontro svolto ieri dai funzionari dell’UNRWA con rappresentanti della popolazione di diverse città di Gaza, i palestinesi all’unanimità hanno ribadito che non accettano la sostituzione della polizia locale nell’organizzare la distribuzione degli aiuti. “Si deve evitare il caos e la guerra fratricida”, ha detto uno dei convocati dall’organismo ONU.

La stampa israeliana, per acuire lo scontro tra Fatah e Hamas, scrive che “il ministro della guerra israeliano Gallant ha proposto a Netanyahu la nomina di Maged Faraj a “governatore” di Gaza dopo la sconfitta di Hamas”.

Cisgiordania e Gerusalemme Est

Tre esecuzioni di piazza extragiudiziali ieri a Gerusalemme e l’assassinio di un minorenne ad un posto di blocco presso il campo profughi di Shu’faat. Quattro palestinesi assassinati in un giorno sono l’avvio da parte di Israele di una guerra di Ramadan a Gerusalemme, per trasformare il conflitto in una guerra di religione.  

In tutte le principali città palestinesi si sono avute incursioni delle truppe speciali israeliane, con rastrellamenti di attivisti e distruzioni delle infrastrutture come punizione collettiva.

Libano

Un bombardamento sui campi profughi palestinesi vicino a Tiro. Un drone ha colpito con un missile l’auto di un dirigente di Birgate Qassam. È incessante lo scambio di colpi di artiglieria sulla linea di demarcazione. Hezbollah ha intensificato il lancio di missili contro le postazioni militari israeliane. È stato colpito il centro radar posto su una collina.

Yemen

Un’altra nave commerciale presa di mira dai missili e droni Houthi, ma secondo il Centcom USA non ha subito danni ed ha proseguito il suo viaggio. Ieri una nave militare greca di scorta al traffico commerciale ha abbattuto due droni nel golfo di Aden.

Nella notte, i caccia USA hanno bombardato l’aeroporto di Hodeida. Il comunicato degli Houthi non specifica le perdite, ma afferma che le loro azioni continueranno fino alla fine dell’assedio a Gaza.

Il caso Anan Yaeesh

Nessuna estradizione in Israele per Anan Yaeesh, il 37 enne palestinese da gennaio in carcere. Lo ha deciso la Corte d’Appello dell’Aquila per il rischio che l’uomo “qualora estradato possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o comunque ad atti che configurano la violazione dei diritti umani”.

Parole nette, quelle dei giudici, che aggiungono poi come nelle relazioni di Ong e istituzioni internazionali, comprese agenzie Onu, si “fa riferimento a condizioni di detenzione nelle carceri israeliane oltremodo penose per i cittadini palestinesi, tra sovraffollamento, violenze fisiche, condizioni di scarsa igiene e di mancata assistenza sanitaria, ulteriormente peggiorate in concomitanza con il conflitto armato attualmente in corso”.

Sulle cancellate del Palazzo di Giustizia de L’Aquila hanno appeso uno striscione: «La resistenza non è un crimine, il genocidio sì. Anan Yaeesh libero, Palestina libera». Ce lo hanno messo le decine di persone che, da fuori, hanno accompagnato la camera di consiglio della Corte d’Appello, riunita per ascoltare difesa e procuratore generale sulla richiesta di estradizione mossa da Israele per il cittadino palestinese Anan Yaeesh, 37 anni di Tulkarem, in Europa dal 2013.

Yaeesh non era presente in aula, era collegato in videoconferenza dal carcere di Terni, dove nei giorni scorsi si sono tenuti presidi in suo sostegno. Anan Yaeesh rimarrà in carcere in Italia per le indagini in corso su elementi forniti dai servizi di sicurezza israeliani.

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Putin ha dichiarato che “la Russia è pronta, dal punto di vista militare e tecnico, ad una guerra nucleare, ma l’andamento dei fatti non va in quella direzione”. E ha messo in guardia dalla partecipazione di truppe USA nel conflitto in Ucraina. L’UE ha trovato l’accordo per fornire a Kiev 5 miliardi in armamenti nel 2024.

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