Per ascoltare l’audio di oggi, 20 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 165 (1416)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Nessuna tregua a Gaza. Bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani incessanti contro la popolazione civile e scontri armati a terra in mezzo ai ruderi tra i combattenti palestinesi e i soldati di Tel Aviv.

I generali israeliani si sono resi responsabili ieri di 3 stragi con 24 uccisi e 71 feriti. Un rapporto dell’agenzia stampa palestinese Wafa parla di 37.396 uccisi e 85.523 feriti accertati dall’inizio dell’invasione. A queste cifre vanno aggiunti i dispersi rimasti intrappolati sotto le macerie dei palazzi distrutti dalle bombe.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

Una morte lenta. Gli sfollati palestinesi vivono in tende vicino a cumuli di migliaia di tonnellate di rifiuti solidi urbani. “Vedo i miei nipoti colpiti dalle malattie della pelle e non c’è nulla da fare, manca l’acqua per pulirsi e le medicine per curarsi. Non è una vita in dignità questa”, dice Asmahan, una nonna di Jebalia sfollata per ben tre volte che adesso vivo sui ruderi della casa che lii aveva ospitati a Khan Younis. In 8 mesi di aggressione sono stati ammassati 330.400 tonnellate dii rifiuti. “Viviamo in mezzo agli sciami di mosche e i cani randagi, con immenso pericolo per la salute e l’incolumità dei bambini”, prosegue la donna. Un funzionario dell’UNRWA ha spiegato che “i due centri di raccolta dei rifiuti solidi urbani sono stati occupati dai militari israeliani e non più raggiungibili dai mezzi dell’amministrazione comunale di Rafah. I bombardamenti hanno distrutto anche le centrali di trattamento delle fognature. È una situazione di vita disumana”. La miseria e il bisogno hanno indotto molti sfollati a “cercare tra i rifiuti cose che possano servire, come metalli per fare un forno o cartone da bruciare per cucinare”, come ha spiegato Ahmed originario di Deir Balah.

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Valico di Rafah

Israele ha distrutto completamente la parte palestinese del valico. Un reportage della tv militare israeliana mostra le distruzioni nelle strutture del valico, rase al suolo con i bulldozer, definendolo: “Inservibile”. Il valico è stato occupato dai carri armati israeliani il 7 maggio e da quel giorno sono stati bloccati gli aiuti umanitari e le partenze da Gaza per malati bisognosi di cure all’estero. LA tv di Tel Aviv ha mostrato anche le tende vuote dei campi di sfollati costruite dall’ONU e demolite dall’esercito di occupazione. II bulldozer militari israeliani stanno demolendo tutte le costruzioni vicine alla striscia di terra palestinese larga circa 100 metri e lunga 14 km, denominata corridoio Philadelphia o in arabo Salahuddin, che per gli accordi del 2005 tra Israele e Egitto doveva essere sotto il controllo egiziano.

Egitto smentisce le notizie giornalistiche, di fonte USA, sulla sua disponibilità a partecipare ad una forza araba, per la gestione del valico di Rafah in futuro dopo il ritiro militare israeliano.

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Crimini di guerra

Rapporto della Commissione ONU per i diritti umani inchioda Israele alle sue responsabilità. La presidente della commissione internazionale indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, Navanethem (Navi) Pillay, ha accusato Israele di sterminare i palestinesi nella Striscia di Gaza, nelle operazioni militari in corso da 8 mesi.

“In relazione alle operazioni militari e agli attacchi israeliani a Gaza concludiamo che le autorità israeliane sono responsabili di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e violazioni del diritto umanitario internazionale e degli standard sui diritti umani, compreso lo sterminio di massa, attacchi deliberati contro civili e strutture civili”, ha dichiarato Pillay al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite riunito ieri a Ginevra.

Pillay ha anche accusato Israele di usare la fame come metodo di guerra, di sfollamento forzato, di persecuzione di uomini e ragazzi palestinesi basata sul genere, di violenza sessuale e di genere “equivalente a tortura” e di trattamenti crudeli e inumani.

La commissione ha accusato Hamas di crimini di guerra per l’attacco del 7 ottobre e per la sparizione forzata degli ostaggi, definita un trattamento crudele contro di loro e dei familiari.

La responsabile internazionale ha denunciato anche che le autorità governative e militari israeliane hanno ostacolato l’inchiesta, impedendo ai commissari di raggiungere i territori palestinesi occupati di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est. Ha aggiunto che il lavoro di indagini internazionali continuerà e i risultati saranno consegnati alla Corte Penale Internazionale dell’Aja.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

È stato riarrestato a El-Khalil l’ex presidente del parlamento palestinese, Dueik. Era stato liberato appena tre giorni fa, dopo 8 mesi di arresto amministrativo. Le sue condizioni di salute non sarebbero compatibili col carcere. Era stato rilasciato appunto per evitare che muoia in carcere, ma le sue dichiarazioni e denunce delle torture subite da lui e dagli altri detenuti palestinesi, non erano sopportabili per la propaganda israeliana.

Nella giornata di ieri sono stati arrestati 35 palestinesi nelle centinaia di rastrellamenti compiuti dall’esercito di occupazione nelle città e villaggi palestinesi.

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Israele

Netanyahu ha perso la testa. In un breve video postato sul proprio account social ha attaccato l’amministrazione Biden. “Mi meraviglio che l’amministrazione Biden abbia bloccato alcune forniture di armi a Israele, in momento difficile come questo. Il segretario di Stato Blinken mi ha promesso che gli ostacoli saranno rimossi. Spero che sia così… Dateci le armi richieste e noi concludiamo il lavoro”. (Ecco il video). In realtà le uniche armi bloccate da Washington sono le bombe da 900 kg, dagli effetti devastanti, che Israele aveva usato contro Gaza città in mezzo alla popolazione, causando stragi di civili. Una goccia nel mare degli aiuti militari forniti dagli USA, complici nel genocidio a Gaza.

L’amministrazione Biden ha annullato un incontro di alti funzionari USA con il governo israeliano sulla questione iraniana, come protesta per le parole irriconoscenti del premier pazzo.

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Libano

La missione Hokenshtein a Tel Aviv è fallita. L’incontro con Netanyahu non ha portato a passi in avanti nella direzione di limitare l’allargamento del conflitto. Subito dopo, le dichiarazioni del capo di Stato maggiore, Halevi, e del ministro della guerra Gallant sono state improntate alla minaccia nei confronti del governo libanese. Halevi: “Hezbollah non ha le necessarie informazioni sulla potenza dell’esercito israeliano. Li schiacceremo”. Gallant: “Ridurremo il Libano come Gaza e ci spingeremo fino al fiume Litany”. In una sorta di dibattito a distanza, il segretario generale di Hezbollah, Nasrollah ha lanciato un video nel quale ha asserito che i politici e militari al vertice di Israele nascondono le perdite nel nord di Israele per alleggerire la pressione popolare sul governo. “Noi non vogliamo la guerra con loro (Israele), la nostra azione è di sostegno a Gaza. Se si raggiunge un accordo di cessate il fuoco in Palestina, cesserà ogni nostra azione sulla linea di demarcazione”. Il discorso di Nasrollah arriva il giorno dopo la pubblicazione di un video di spionaggio sulle posizioni militari israeliane a Haifa, che potrebbero diventare oggetto di un attacco con missili in caso di guerra generalizzata.  

Nel frattempo il fronte militare rimane caldo con azioni e reazioni a catena.

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Colonizzare il Libano meridionale

Il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato il resoconto di un convegno online di un gruppo di coloni estremisti, tra i quali il cognato del premier Netanyahu. Il titolo è tutto un programma: “Modelli di insediamento di successo del passato e lezioni per il Libano meridionale”. Uno dei relatori ha detto testualmente: “Non siamo estremisti, non vogliamo un solo metro al di là dell’Eufrate”, parafrasando il noto passo biblico: “tua terra Israele, dall’Eufrate fino al Nilo”. Un ex parlamentare del Likud ha affermato: “Non si deve colonizzare soltanto Gaza, ma anche il sud Libano, almeno fino al fiume Litany” (Vedi).

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Yemen

Il movimento Houthi ha annunciato che caccia USA e britannici hanno lanciato missili contro Hodeida. Centcom ha confermato l’attacco, sostenendo che sono stati colpiti centri di comando dei ribelli e intercettati droni navali lanciati contro una nave commerciale nel mar Rosso.

Gli Houthi hanno pubblicato le immagini della nave Tutor colpita nei giorni scorsi, costringendo l’equipaggio ad abbandonarla. Le fiamme l’hanno divorata e la nave sta affondando. Gli Huouthi sostengono anche di aver colpito una nave militare USA nel golfo di Aden, ma non c’è conferma da parte di Washington.

(Video nave colpita)

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Boicottaggio

1200 studenti e nel laureati di 120 università USA hanno firmato un documento nel quale annunciano che non accetteranno di lavorare per le società Google ed Amazon, fino a quando non rinunceranno al progetto Nimbus, un contratto con l’amministrazione pubblica israeliana. Un gruppo dii studenti ha manifestato davanti alla sede di Washington di Google, raggiunti anche da dipendenti della società, per protestare contro la collaborazione con Israele nella fornitura di strumenti di IA usati dall’esercito israeliano per l’identificazione personale, usati anche nei droni. L’iniziativa è organizzata dal movimento “No tecnologia al servizio dell’Apartheid”, insieme alle organizzazioni per i diritti civili “Mpower change” e “Voci ebraiche per la Pace” (Jewish Voice for Peace”. Lo scorso aprile Google ha licensiato 50 dipendenti che avevano protestato contro la collaborazione della società con il governo israeliano.

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Sudan-Egitto

Amnesty International ha denunciato che il governo del Cairo ha espulso con la forza migliaia di profughi sudanesi in fuga dalla guerra, entrati in Egitto senza autorizzazioni. Nei giorni scorsi, il canale Cairo24 ha pubblicato le immagini, fornite dalla polizia di frontiera, del blocco di 6 pullman pieni di profughi sudanesi, in una strada secondaria usata dai passatori sulla lunga frontiera che separa i due paesi. Molti dei sudanesi espulsi hanno denunciato di essere stati ammanettati e maltrattati come se fossero dei criminali. In Egitto vivono 9 milioni di profughi e rifugiati, metà dei quali sudanesi.

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Sono passati due anni, tre mesi e 26 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

Approfondimenti

[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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